Teatro

Riscrivere il linguaggio dei luoghi: questo è un lavoro per ALTOFEST!

Riscrivere il linguaggio dei luoghi: questo è un lavoro per ALTOFEST!

Trasformare un quadrato di cemento, compreso tra quattro palazzi, in un campo da calcio è possibile, perché le funzioni dei luoghi sono soggettive, emozionali, contingenti. Qualcuno ne ha abusato – vedi il campo da golf a Uummannaq, ridente località poco distante dal vero castello di Babbo Natale, nel bel mezzo dei ghiacci della Groenlandia – ma, di fatto, intervenire nella conformazione degli spazi è un’attività naturale anche, o a maggior ragione, per l’uomo traumaticamente metropolitano del XXI Secolo. L’architettura dei non-lieu e i parcheggi acrobatici sui marciapiedi, insegnano.

Dunque, i luoghi, soprattutto quelli ad alta densità urbana, propongono narrazioni continue e stratificate, storie perfettamente adattabili per l’operazione di riscrittura creativa proposta da ALTOFEST. La quarta edizione del Festival Internazionale d’Arti Performative e Interventi Trasversali, ideato e diretto da TeatrInGestAzione, riverserà suoni, colori, parole e gesti tra le vie di Napoli, da Mezzocannone a Foria, passando per Toledo e Vittorio Emanuele, dal 22 al 28 settembre.

La riflessione è aperta sulle zone del vissuto quotidiano, sui modi di esperirle e di interagire con esse, per sollevare “una domanda radicale sulla necessità di ridisegnare la relazione con i luoghi, di sovvertire l’uso degli spazi e l’attribuzione fissa dei ruoli”, si legge in una nota diffusa alla stampa. La rassegna si fonda sui principi paralleli del dono degli spazi e dell’ibridazione dei linguaggi. I donatori sono i cittadini che mettono a disposizione i loro luoghi, aprendo la sfera privata degli ambienti domestici al confronto con i mezzi espressivi, dalla pièce teatrale al cortometraggio, dall’approfondimento critico allo spunto performativo.

Per farlo con cura, ALTOFEST ha intessuto una rete di collaborazione con associazioni specializzate nei vari campi. “Film in residency”, con il Napoli Film Festival, è la sezione dedicata alla filmografia, mentre “Esposti” è il progetto di autocensimento degli studi d’artista, realizzato con MappiNa, piattaforma di urban mapping. L’attività di approfondimento teorico sarà curata dall’Osservatorio critico che, con il poeta Aldo Riboni, presenterà, il 28 settembre, il progetto di Scrittura Site Specific. “Eduardo…luoghi, vita, opere” è la mostra dedicata ad Eduardo De Filippo, organizzata con la Fondazione e Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli, visitabile nella Basilica di San Giovanni Maggiore. Lo spazio dedicato alle performance teatrali e artistiche è particolarmente denso, da “Body Language” di Edan Gorlicki, all’autorimessa Cava di tufo, in vico Tronari, all’operappartamento “3 soldi_labirinto”, della compagnia Progetto Brockenhaus, in via Niutta.

Il programma del festival, la cui trama si compone di relazioni urbane e sconfinamenti linguistici, è ricco e variegato e si può consultare su questa pagina.